Diritti Umani
Il Gruppo ha delineato nel Codice Etico e nella Politica in materia di Sostenibilità i principi e le linee guida per gestire gli impatti in materia di diritti umani della propria attività, in coerenza con gli impegni assunti anche con l’adesione al Global Compact delle Nazioni Unite e UNEP FI Principles for Sustainable Insurance e UN Principles for Responsible Investment.
L’impegno per i diritti umani è stato esplicitamente incorporato in molte delle politiche ESG che integrano i fattori ESG nelle attività di business, come specificato nelle Policy ESG sottoscrizione Vita/Danni, nelle “Linee Guida per le attività di investimento Responsabile e nel Codice di Condotta Fornitori.
I rischi connessi alla determinazione degli Impatti Negativi sui Diritti Umani, insieme agli altri rischi ESG, sono integrati nell’ambito dell’ERM framework e inclusi nella tassonomia dei rischi comuni a tutto il Gruppo, definita dalla Politica di gestione dei rischi.
L’identificazione e la valutazione degli Impatti negativi, attuali e potenziali, sui Diritti Umani sono oggetto di un processo sistematico, strutturato e periodicamente ripetuto, che prevede strumenti di analisi interni e integrazione di fonti esterne per garantire un presidio ampio e puntuale (il “processo di identificazione e valutazione”).
Attraverso queste valutazioni Unipol individua le priorità di intervento in termini di prevenzione e mitigazione degli Impatti negativi sui Diritti Umani che possono essere legati alle proprie operazioni e ai propri prodotti e servizi, in funzione della gravità e della probabilità dell’impatto negativo.
Sebbene tutti gli ambiti siano trattati in modo equo e lo sforzo sia orientato a identificare tutte le potenziali violazioni, Unipol si concentra in materia di diritti umani sulle questioni in cui può avere il maggiore Impatto negativo possibile.
Di seguito sono elencati le attività sotto osservazione per differente ambito di Impatto:
Impatti diretti
- Relazione con i Dipendenti e Lavoratori
- Relazione con i Clienti
- Relazione con Agenti, intermediari e collaboratori
Impatti indiretti
- Clienti assicurativi
- Investimenti Relazione con gli Agenti
- Relazione con Fornitori e Business Partner
In tutti i diversi ambiti il Gruppo ha adottato o sta adottando, oltre alle già citate politiche e Codici, ulteriori misure preventive o correttive. Tali misure comprendono:
- Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo (MOG) e implementazione Procedura per la segnalazione di violazioni (c.d. Whistleblowing) che incoraggia i dipendenti a trasmettere segnalazioni in relazione a condotte illecite rilevanti ai sensi del Decreto 231/01, ossia atti o fatti che possono costituire violazioni del Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo (MOG),
- politiche e accordi di settore e integrativi che garantiscono servizi sanitari e finanziari ai dipendenti, una rappresentanza sindacale, il contrasto a qualunque forma di discriminazione
- Politica in materia di protezione e valorizzazione dei dati personali, e ulteriore regolamentazione interna in materia;
- Procedure relative allo svolgimento delle attività cliniche e Procedure per la gestione del rischio clinico;
Unipol rendiconta i risultati raggiunti nella tutela dei diritti umani in termini di rischi e impatti identificati, attività di valutazione e azioni di prevenzione e mitigazione, modalità di monitoraggio, all’interno della Dichiarazione di carattere non finanziario contenuta nella Relazione Annuale Integrata e del Bilancio di Sostenibilità di UnipolSai.
Il Gruppo, nell’ambito del proprio percorso di strutturazione dell’approccio di due diligence, si impegna a produrre annualmente una reportistica sintetica dei risultati dell’applicazione sistematica della dovuta diligenza ai temi ESG, con particolare attenzione, tra gli altri, all’ambito dei Diritti Umani. Nello specifico gli ambiti di violazione dei diritti umani come lavoro forzato, tratta di esseri umani, lavoro minorile, non sono oggetto di valutazione, in quanto non rilevanti alla luce del settore e dei contesti operativi in cui il Gruppo svolge la propria attività, nonché della stringente regolamentazione presente sia a livello internazionale che nazionale*.
*Ci si riferisce, tra l’altro, a: (i) Convenzioni dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, (ii) Protocollo addizionale della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale per prevenire, reprimere e punire la tratta di persone, in particolare di donne e bambini, (iii) Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, (iv) Convenzione del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani, (v) Costituzione italiana, (vi) Codice Penale, (vii) Legge n. 300/1970 recante lo Statuto dei lavoratori, (viii) D.Lgs. 23/2015 (Jobs Act), (ix) D.lgs 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti, (x) D.lgs. 24/2014 di recepimento della direttiva sulla prevenzione e repressione della tratta di esseri umani, (xi) Legge n. 977/1967 e ss. mm. sulla tutela del lavoro dei bambini e degli adolescenti, (xii) Legge 196/1997 sulla promozione dell’occupazione; (xiii) Legge n. 228/2003, recante misure contro la tratta di persone; (xiv) Contrattazione collettiva nazionale dei vari settori di riferimento.